La correzione delle bozze
La fine del processo

Concludiamo oggi la nostra rassegna a puntate sulla correzione delle bozze. Negli articoli precedenti abbiamo analizzato cosa l’autore deve fare e cosa non deve fare quando corregge i giri di bozze del proprio libro.

‘Visto si stampi’: l’atto finale

Ma alla fine del processo, cosa succede? Quando i giri di correzioni hanno definitivamente ripulito il libro portandolo alla propria forma definitiva, l’autore dà il cosiddetto ‘Visto si stampi’, che ormai definisce semplicemente la sua approvazione finale ma un tempo indicava un passaggio con caratteristiche molto specifiche. In epoca pre-digitale, il ‘Visto si stampi’ era infatti il timbro che veniva apposto a mano dalla redazione su ciascuna pagina delle ultime bozze cartacee.

Per confermare che tutte le correzioni erano state inserite correttamente e che il libro poteva essere stampato, l’autore doveva quindi apporre la propria firma (letteralmente, ‘vistare per la stampa’) su ciascuna pagina all’interno del timbro stesso, certificando così un’approvazione che aveva anche valore legale.

Come funziona oggi l’approvazione per la stampa

Ora il timbro viene di solito sostituito da un semplice assenso dell’autore inviato via email: il processo è sicuramente meno romantico di un tempo, ma vi assicuriamo che il sospiro di soddisfazione quando un libro viene vistato e inviato in tipografia è sempre lo stesso!

A quel punto, all’autore e alla redazione non resta altro che attendere con un pizzico di trepidazione l’arrivo delle copie stampate, che resta sempre un momento emozionante anche per i professionisti più navigati.

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