La correzione delle bozze
Cosa non deve fare l'autore

Con questo post inauguriamo una nuova rubrica dedicata agli aspetti più significativi del lavoro editoriale: sbirciamo insieme nel backstage della redazione per indagare uno dei passaggi più delicati nella pubblicazione di un libro, cioè la correzione delle bozze.

Dal manoscritto al libro: tutti i passaggi del lavoro editoriale

Quando il testo definitivo arriva in casa editrice – normalmente sotto forma di file .doc – la redazione ne realizza l’editing (cioè lo legge e lo corregge, se necessario) e lo impagina con i programmi appositi. Una volta completata l’impaginazione, le bozze in formato pdf vengono inviate all’autore che deve controllarle con grande attenzione e correggerle a varie riprese (si parla infatti di ‘giri di bozze’) per arrivare al testo definitivo, ripulito da refusi, ripetizioni, errori, incongruenze, …

Cosa NON fare quando si correggono le bozze del proprio libro

Prima però di spiegare come si fa la correzione delle bozze, soffermiamoci un attimo su quello che l’autore non deve fare. Mai. Vietato.

  1. Non si corregge mai il libro ripartendo dal proprio file doc. Quel file è stato lavorato dalla redazione, modificato, corretto, impaginato. Ricominciare da lì vuol dire buttare al vento molte ore di lavoro. Quando succede, i redattori di solito si disperano.
  2. Non si segnano le correzioni di testa propria, ma si seguono le indicazioni tecniche fornite dalla redazione. Ogni casa editrice ha le proprie prassi e dei flussi di lavoro messi a punto negli anni: procedere ‘a sentimento’ facilmente vuol dire allungare i tempi di lavorazione del libro. 

Nella prossima puntata indagheremo invece come si fanno per bene le correzioni, attirandosi così l’affetto imperituro della redazione di qualunque casa editrice.

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