Editoria e Diritto: tutela dell'autore e delle opere
Nell’epoca delle iper-connessioni, le opere creative come libri, musica, film, contenuti digitali e artistici a vario titolo, nel senso più ampio e variegato del termine, viaggiano molto velocemente attraverso confini geografici e culturali, con un impatto significativo sulla loro stessa diffusione. Per questo motivo, diventa cruciale comprendere, soprattutto all’interno dell’universo editoriale, le differenze tra diritto d’autore e copyright, cui abbiamo già dedicato quest’articolo: https://edizioni.libreriauniversitaria.it/2023/11/30/copyright-diritto-autore/. I due termini, anche se sono spesso utilizzati in modo improprio come sinonimi, rappresentano in realtà due concetti diversi in materia di protezione delle opere intellettuali, radicati in differenti tradizioni giuridiche e filosofiche. Nonostante le differenze, l’obiettivo di fondo è condiviso: proteggere l’opera e garantire il riconoscimento dell’autore, che avanza sulla sua creazione una serie di diritti – cedibili dietro compenso – ma che deve anche rispondere di alcuni imprescindibili doveri.
Il diritto d’autore: tutela personale e patrimoniale
Per pubblicare un libro, dunque per rendere replicabile e commercializzabile la sua opera, l’autore cede i suoi diritti a una casa editrice, che si occupa di favorirne la diffusione. In cambio della cessione dei diritti patrimoniali, l’autore percepisce un compenso economico: le royalties sono appunto lo strumento attraverso il quale gli autori monetizzano l’uso, da parte di terzi, della propria opera protetta. Senza diritto d’autore non esisterebbe il quadro legale per richiedere royalties, perché l’opera potrebbe essere utilizzata liberamente da chiunque senza bisogno di autorizzazione o pagamento; invece, al momento della firma di un contratto editoriale, ciò è specificato molto bene: l’autore cede i diritti di pubblicazione alla casa editrice (in genere per un lasso di tempo ben specificato) e, in cambio, riceve royalties sulle vendite. L’ammontare delle royalties percepite dall’autore è calcolato come una percentuale sugli incassi o su un importo fisso per unità prodotta o venduta e varia in base al tipo di opera, al suo formato e agli accordi stipulati con l’editore in precedenza, ma generalmente è compresa tra il 5-10% del prezzo di copertina al netto dell’IVA. Solitamente, le royalties rappresentano per l’autore la più importante – ma non unica – forma di reddito generabile dalla distribuzione e vendita della sua opera.
Il copyright: un approccio orientato al mercato
Il copyright è strettamente legato ai concetti di proprietà e commercio; come anticipa il nome, infatti, il esso si riferisce letteralmente
al diritto di copia. A differenza del diritto d’autore, il copyright è meno interessato al carattere unico e creativo dell’opera e al legame personale tra essa e l’autore, e si concentra di più sui diritti economici legati alla riproduzione e distribuzione della stessa. Tuttavia, anche qui l’autore (o l’editore) può decidere di riservare per sé solo determinati diritti, attraverso quelle che vengono definite licenze
Creative Commons (CC). In questo caso solo alcuni diritti di copyright sono riservati. Esistono 6 diversi tipi di licenze che riguardano di volta in volta la possibilità di modificare l’opera, riprodurla, diffonderla ecc.
L’iconografia del libro e il copyright
I libri sono, spesso, opere che contengono altre opere; pensiamo a quelli illustrati, ai cataloghi fotografici, ai libri d’arte o ad altri tipi di pubblicazioni che contengono delle immagini non realizzate direttamente dall’autore ma, ad esempio, commissionate a grafici o disegnatori. In editoria come in altri ambiti commerciali, l’uso di immagini senza il permesso del titolare del copyright è considerato una violazione. Questo significa che, per rispettare la legge, editori, giornalisti e creatori di contenuti devono prestare particolare attenzione a quali immagini utilizzano e, soprattutto, a come le acquisiscono. Internet e la recente esplosione di IA generative d’immagini in versione gratuita hanno contribuito a rilanciare questo discorso; è vero che il web offre infinite possibilità e che attraverso delle ricerche mirate è possibile trovare proprio quel contenuto, quella specifica foto ma…bisogna sempre verificare che tali immagini non siano protette da copyright o, al limite, se possibile, acquistarne la licenza prima di inserirle nel proprio progetto personale.
Quando l’autore sottopone il suo manoscritto a una casa editrice, l’editor lo coadiuva anche nella ricerca iconografica se il libro presenta delle immagini, e lo sostiene nella valutazione e nella scelta dell’alternativa migliore per il progetto:
- acquistare la licenza del contenuto e citarne correttamente l’autore e la fonte;
- creare un contenuto nuovo;
- effettuare la ricerca di un contenuto simile a quello protetto da copyright su specifiche banche dati royalty-free.
L’acquisto della licenza sarebbe l’opzione preferibile ma, talvolta, il costo può essere un ostacolo, così come le tempistiche dell’iter
burocratico, che dipendono anche dal titolare dei diritti.
Ciò vale specialmente per le immagini d’arte, protette da enti e istituzioni apposite come i musei: è altamente improbabile, se non impossibile, che l’autore di un libro sottoposto a una casa editrice possa vantare la riproduzione della Gioconda in copertina; dovrebbe possederne una foto, che a sua volta è un’opera d’arte il cui titolare dei diritti, per i successivi 70 anni, è il fotografo che l’ha realizzata (il quale, magari, ha già ceduto quei diritti per veder inserito il suo scatto in un libro d’arte). Questo è possibile quando la foto di per sé può essere considerata opera di ingegno, ma non quando essa è la mera riproduzione di un oggetto – in quel caso, opera e autore sono tutelati per 20 anni se la fotografia è datata e firmata dallo stesso. Nel caso in cui tali dati non siano presenti, la riproduzione non è considerata abusiva (o meglio: spetterebbe al fotografo provarne l’abusività). Qualora l’editore del libro, invece, utilizzasse la foto della Gioconda contenuta nel libro d’arte, commetterebbe un illecito.
Anche se la normativa non si applica all’uso di immagini protette da copyright a fini didattici, un libro – sia esso un manuale scolastico, un saggio accademico o altro – è considerato un oggetto commerciale, almeno per il sistema di diritto europeo, poiché dotato di prezzo di copertina e destinato alla vendita.
In conclusione
Nel contesto editoriale, le differenze tra diritto d’autore e copyright hanno implicazioni pratiche significative per la tutela dell’autore, del libro e dei materiali iconografici che si impiegano per la realizzazione dello stesso. È facile, quindi, comprendere l’esigenza, non solo per gli scrittori ma per tutti gli attori dell’industria artistico-culturale, di aggiornare le proprie conoscenze in merito, affinché ogni creazione nasca con i giusti presupposti per “crescere” e diffondersi senza incorrere in rischi legali.
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