Descrizione
Gli anni Trenta e Quaranta del Novecento rappresentano un capitolo fondamentale della storia della traduzione poetica e letteraria italiana sul piano storico-culturale, editoriale, letterario e storico-linguistico. Epicentro di un vasto movimento di mediazione e appropriazione delle voci poetiche straniere che non ha, per ampiezza e organicità del fenomeno, precedenti in Italia, è la Firenze dell’epoca, in cui si incontravano, tra i corridoi della facoltà di lettere, i giovani della «terza generazione» – Macrì, Carlo Bo, Leone Traverso, Alessandro Parronchi, Piero Bigongiari, Mario Luzi, Renato Poggioli e Sergio Baldi. Questo libro tenta di mettere a fuoco, tramite l’analisi linguistica e metrico-stilistica delle traduzioni poetiche degli ermetici fiorentini, le implicazioni di questa stagione, al di là delle etichette critiche che ne hanno in parte ridimensionato la portata.
Premessa
Il Corpus
Introduzione. «Ermetica è tutta la poesia moderna» (e non solo).
La creazione di un canone europeo.
Parte I. Tradurre la forma
I. I versi tradizionali
II. I versi liberi (e “liberati”)
III. Le forme metriche
Parte II. Tradurre la lingua
IV. La lingua della lirica
V. La tradizione novecentesca
Conclusioni. Per una poetica della traduzione nell’ermetismo
Bibliografia
Indice dei nomi