Descrizione
Che cos’è un modello didattico? Come è possibile descriverlo? Come si può selezionare il modello più efficace e quali sono le migliori tecnologie per svilupparlo? Queste domande sono sempre più frequenti in un contesto come quello attuale in cui, a fronte della continua innovazione metodologica e tecnologica, ben poco è detto circa le caratteristiche e le condizioni di applicazione dei modelli formativi. Anzi, molto spesso si riscontra una certa confusione sul significato stesso dei termini utilizzati per spiegare i differenti approcci. Il presente saggio, attraverso un’accurata ricognizione sui principali modelli didattici, intende dare una risposta alle domande sopra esposte e fornire una guida pratica al progettista e all’esperto di metodologie. Introducendo il concetto di “metamodello”, si forniscono le basi metodologiche per facilitare l’individuazione e l’applicazione dei modelli più efficaci, non in rapporto a paradigmi teorici ma in funzione degli obiettivi e del contesto, così da poter sfruttare pienamente, e in ogni circostanza, le potenzialità offerte oggi dalla ricerca in campo didattico e tecnologico.
Indice:
Introduzione
1 Teorie della didattica
1.1 Teorie didattiche e teorie dell’apprendimento
1.2 La forma generale di una teoria didattica
1.3 La situazione formativa
1.4 Obiettivo/risultato formativo
1.5 Il modello didattico
1.6 La probabilità/stima di efficacia
2 Modelli didattici di base
2.1 Modelli di base e modelli complessi
2.2 Una classificazione per i modelli didattici di base
2.3 Alcuni esempi
3 Modelli didattici complessi
3.1 Struttura di un modello complesso
3.2 Principali modelli complessi
3.3 Direct Instruction
3.4 Experiential-based instruction
3.5 Problem-based learning
3.6 Inquiry-based learning
3.7 Project-based learning
4 Modelli e modalità didattiche
4.1 La relazione tra modalità e modelli
4.2 Caratteristiche delle modalità didattiche
4.3 Modalità didattiche: un elenco
4.4 Modelli e livelli di progettazione
5 Modelli e metamodelli
5.1 Metamodelli formali e sostanziali
5.2 Un esempio di metamodello per il blended learning: il modello del NIIT
5.3 I metamodelli e la loro utilità
6 Il Learning Design “a pedagogical metamodel”
6.1 Modellizzare utilizzando il Learning Design: la distinzione tra Method e Components
6.3 La categoria Method nel dettaglio
6.4 Gli altri elementi di una UOL
6.5 Un esempio di formalizzazione di un modello
6.6 Perché formalizzare un modello
7 Learning3: un metamodello per il design funzionale
7.1 Learning3: una definizione
7.2 La struttura
7.3 La rete decisionale del modello
7.4 Il processo di sviluppo
7.5 Utilità del Learning3
8 La prima dimensione: gli obiettivi
8.1 Il dominio di apprendimento
8.2 Il tipo di contenuto/compito
8.3 Il livello di prestazione richiesta
8.4 La tassonomia completa
8.5 Alcuni esempi
8.6 La classificazione ai fini della progettazione
9 La seconda dimensione: il contesto
9.1 La composizione della dimensione “contesto”
9.2 Caratteristiche dei discenti
9.3 La variabile tempo
9.4 La popolazione e la dislocazione
9.5 I parametri non considerati
9.6 In sintesi
10 La terza dimensione: i modelli
10.1 I modelli del Learning3
10.2 Modelli di tipo direttivo: bilanciare efficacia ed efficienza
10.3 Modelli di tipo esperienziale: sviluppare capacità
10.4 Modelli di tipo progettuale: “costruire” il sapere condiviso
Appendice: schede sintetiche dei modelli
11 Tipi di setting e format didattici
11.1 Il blend di implementazione
11.2 Setting light (enabling) blend
11.3 Setting enhanced blend
11.3 Setting full blend
11.4 La selezione del format adeguato
11.5 Elaborazione dei modelli
11.6 Ampiezza di un modello didattico
Bibliografia
Nota sull’autore:
Riccardo Santilli si occupa di eLearning e metodologie didattiche in Poste Italiane, dove ha maturato una lunga esperienza nell’ambito dei modelli e delle tecnologie per la formazione. È docente a contratto presso il corso di Laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione dell’Università “La Sapienza” di Roma, dove insegna eLearning.