Descrizione
Se la musica è il mezzo che dà voce all’invisibile, la psicoanalisi è lo strumento che dà voce all’anima. Musica e anima, caratterizzate entrambe da un’essenza ineffabile, nascono dal silentium magnum e hanno come destinatario un sentire che trascende l’acustica del suono. La musica ha le sue radici nell’anima e le radici dell’anima sono in un “altrove” al quale la musica fa ritorno dopo essere stata composta ed eseguita. Entrambe appartengono a una sorta di memoria cosmica e per entrambe il tempo si declina solo al presente.
Convinto che la musica costituisca una dimensione importante del “fare anima”, l’autore si muove, ora parallelamente ora alternativamente, tra il mondo interno dell’individuo e l’arte musicale. Il paradigma psicoanalitico diventa il mezzo che permette di confrontare l’ascolto musicale all’ascolto analitico a dimostrazione di come l’interpretazione, in entrambe le esperienze, si accompagni all’improvvisazione.
Emozioni e sentimenti sembrano sigillare quei contenuti musicali e animici che non sappiamo e non possiamo dire, ma che suggeriscono percorsi ideativi appartenenti alle aree psichiche meno accessibili, nascoste tra le pieghe dell’anima. Siamo tutti esseri musicali, portatori di un pentagramma inconscio, i cui segni attendono di essere tradotti.
Indice
Prefazione, di Filippo Faes
Presentazione, di Giuseppe Filidoro
Memorandum
1. Ouverture
2. Il grande adagio
3. Il suono della vita
4. Pensando l’anima
5. Musica come funzione riflessiva dell’anima
6. Musica e mito
7. Principio e vibrazione
8. Ascolto
9. Musica e corpo
10. Musica e linguaggio: tra segno e simbolo
11. Dell’interpretazione
12. Conoscere l’anima
13. Estetica tra psicoanalisi e musica
14. Essenza ed essenzialità
15. Emozionarsi musicalmente
16. Che cosa vediamo della musica?
17. Intervalli sonori e immagini
18. Musica e soprannaturale
19. Gli strumenti, la forma, il simbolismo
20. L’oscurità dell’anima
21. L’anima oscura della chitarra, di Alberto Mesirca
22. Conclusione
Bibliografia