L’ omologazione selvaggia

Per una critica biopolitica della violenza

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Descrizione

Quando diciamo “violenza”, pensiamo immediatamente a quelle situazioni individuali e collettive che identifichiamo come aspetti non comunicativi della nostra riproduzione sociale. Ciononostante, il termine “violenza” è diventato sempre di più un contenitore vuoto e ideologico al quale ci rivolgiamo per trovare spiegazioni rassicuranti la nostra sensibilità morale.
Sono esistite società in cui gli aspetti simbolici rappresentavano un terreno di privazione/controllo della violenza e consentivano di sublimare strategicamente quei processi di adattamento che, invece, nelle società mature sono sfociati in conflitti. Queste ostilità sono alla base di ogni rimessa in discussione dell’individualità, dei diritti minimi, dei processi di socializzazione e dei conflitti tra le etnie, vero nervo scoperto di un’ideologia sempre più incline a depoliticizzare gli involucri sociali a cui apparteniamo ma di cui stentiamo a riconoscere il perimetro.
Come l’agrimensore K. nel Castello di Kafka, anche noi cerchiamo una via d’uscita dall’ignoto: con questo libro si tenta di dare risposta all’impossibile e all’ indeterminato, sapendo che le risposte sono al plurale.

Indice:

Presentazione

PARTE PRIMA
VIOLENZA, INDIVIDUO, CULTURA
Cosa possiamo imparare dalle società primitive?

INTRODUZIONE
A PARTIRE DA PIERRE CLASTRES

1 La società contro lo Stato: a che punto è la questione?
2 Un confronto tra etologia e psicoanalisi sul cosiddetto male
2.1 Lorenz: l’ aggressività come istinto di conservazione
2.2 Freud: il disagio della civiltà
2.3 Fromm: l’ aggressività come stato di cattività
2.4. Heller: l’ aggressività come concetto regolativo

3 Le operazioni simboliche: Durkheim, Lévi-Strauss, Bourdieu
3.1 Divinazione, sacrificio, iniziazione
3.2 Lo strutturalismo ontologico di Lévi-Strauss
3.3 Il processo di socializzazione in Bourdieu
4 La modernità è un’ antropologia delle forze?
4.1 Il paradosso di Hobbes
4.2 Il rovesciamento di prospettiva di Clastres
5 Il “grado zero” della violenza

1 LO STATO CONTRO LA SOCIETÀ
1.1 La questione dei diritti a quale livello della società risiede?
1.2 E pluribus unum? Disuguaglianze e capability: tra Sen e Martha Nussbaum
1.3. Lo “Stato minimo” di Robert Nozick
1.4 Una terza via dell’ etica: cosa ci propone Amartya Sen?
1.5 A quali condizioni la responsabilità individuale?
1.6 Will Kymlicka e il contesto di scelta

2 LA RIDUZIONE DEL BIOLOGICO
Le metafore dell’ adattamento: oltre il gene egoista?
2.1 Adattamento/selezione: Wilson e Dawkins versus Lewontin e Jay Gould
2.2 Il “vantaggio riproduttivo”, o l’ egoismo del gene
2.3 La critica di Marshall Sahlins alla sociobiologia
2.4 Ruse versus Sahlins

3 I CONFINI IDEOLOGICI DELLA VIOLENZA
Perché il XX secolo è il secolo del genocidio di massa?
3.1 Totalitarismi e paura della contaminazione a confronto
3.2 Genocidio e pulizia etnica
3.3 La definizione di Lemkin e la Convenzione del ’ 48
3.4 Il dibattito sulla questione genocidaria
3.5 Il XX secolo è il secolo dei genocidi?
3.6. Globalizzazioni, nazionalismi e razzismi

4 PRIMORDIALISMO ETNICITÀ NAZIONALISMO
4.1 L’ uso del nazionalismo
4.2 Walker Connor: etnia e nazionalismo
4.3 I vincoli primordiali
4.4 Ernst Gellner: nazione versus etnia
4.5 Benedict Anderson: la comunità immaginata

PARTE SECONDA
IDENTITÀ CONTAMINAZIONE IDENTITÀ
Sulle tracce di Mary Douglas

1 IL SENSO DELLA CONTAMINAZIONE IN APPADURAI
1.1 La fine del primordialismo

2 INCERTEZZA CULTURALE O INCOMPLETEZZA BIOLOGICA?
2.1. L’ analisi della cultura come codice. Geertz versus Morin

3 LA PAURA DEI PICCOLI NUMERI
3.1 Le identità predatrici

4 NUMERI, RAPPRESENTANZA E DISSENSO
4.1 Lo svuotamento della democrazia contemporanea

5 SONO COSÌ PICCOLI I PICCOLI NUMERI?

6 C’ È UNA IDEOLOGIA DEL CORPO?
6.1 Gli effetti di verità in Foucault
6.2 La volontà di sapere
6.3 Molto più Marx di Freud
6.4 I sistemi di incorporamento
6.5 La genealogia del bio-potere

7 PERCHÉ SORVEGLIARE E PUNIRE?
7.1 Da dove origina la società disciplinare?
7.2 Perché si punisce?
7.3 Il principio di Mably: l’ anima, prigione del corpo
7.4 Oltre il rumore sordo e prolungato della battaglia
7.5 Sollevarsi è inutile?
7.6 Come è stato letto Sorvegliare e punire?

CONCLUSIONI
Come chiudere una porta che non si può chiudere…
BIBLIOGRAFIA

Note sull’autore:
Ferdinando Sabatino, specialista di storia dei sistemi di pensiero e di fenomeni collettivi, si è laureato in Filosofia morale con Franco Fergnani presso l’Università degli Studi di Milano. Professore di Filosofia, Psicologia e Scienze dell’Educazione, esperto nei processi socioculturali delle comunicazioni di massa, già docente presso la Scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario dell’Università degli Studi di Milano, lavora attualmente per la cattedra di Filosofia morale del Dipartimento di Filosofia di Milano.
È autore di diversi volumi, tra i quali: Civiltà, antropologia e storia. Un dibattito tra le scienze umane (CUEM, 1999), Biopolitica del mondo contemporaneo. Pratiche economiche, trasformazioni culturali, diritti costitutivi (CUEM, 2005), La società ideologica. L’omogeneizzazione culturale tra società di massa e società dell’informazione (CUEM, 2007) del quale L’omologazione selvaggia è la naturale continuazione.