Filologia e interpretazione

ISBN 9788862923644 Categorie ,
Data di pubblicazione: 2013
Pagine: 80
Disponibile anche in ebook

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Descrizione

Questo libro esamina le dispute occorse nell’ambito degli studi storico-linguistici che, nella Germania dell’Ottocento, coinvolsero gli “ermeneuti”, sostenitori della centralità del commento dello studioso relativamente ai fatti interpretati, e i “filologi”, i quali optavano invece per un’impersonale recensio del testo. Alla radice del dibattito si pone tuttavia una domanda essenzialmente filosofica: come si può pervenire alla verità oggettiva nella conoscenza del nostro passato? Le risposte fornite da Dilthey, Droysen e Husserl non sono certo univoche: Droysen si mantiene sempre risolutamente fedele all’ermeneutica. Una lunga evoluzione condurrà invece Dilthey dall’adesione alle tesi di Droysen al riconoscimento – favorito dal lungo dialogo con Husserl – della validità del concetto di “espressione” nella conoscenza dei sistemi storici impersonali. Nel contempo prende forma la matura consapevolezza di Husserl dell’impossibilità di fondare ancora la storia come scienza rigorosa.

Indice:
Prefazione
1. L’ emancipazione della filologia dall’ ermeneutica. Da Schleiermacher a Lachmann
2. Scientia de singularibus. L’ influenza di Droysen sull’ ermeneutica di Dilthey
3. Il problema dell’ «espressione storica» in Dilthey e Husserl
Bibliografia

Nota sull’Autore
Maria Antonietta Pranteda insegna Storia della filosofia classica tedesca presso l’Università di Torino. Ha pubblicato, tra l’altro, Individualità e autobiografia in Dilthey (Milano, 1991); Il legno storto. I significati del male in Kant (Firenze, 2002). Ha curato, con Corrado Bertani, il volume Kant e il conflitto delle facoltà. Ermeneutica, progresso storico, medicina (Bologna, 2003). Sempre su Kant ha pubblicato numerosi saggi in Italia e Germania. Nel 2009 ha ottenuto dalla Cambridge University (England) il premio “The Leading Philosophers of the World 2009 in Metaphysics”.