Descrizione
Dalla Postfazione di Elisabetta Tonello:
A ogni lettura di questo gioiello polifonico si accendono i sensi, proliferano le sensazioni, le emozioni e i significati dei quadri (s)connessi in forma di monologo incalzante, che parlano di vita e di morte e della loro inestricabilità. Il protagonista, ma sarebbe meglio dire l’oggetto, è Nacciso. Nacciso è un uomo, ma è tutti gli uomini: «Nunn ’o vverite mmò che tene ’a faccia vostra, ’a faccia nostra, ’a faccia ’e cazzo? Nunn è quistione ’e na rassumiglianza, è che n’’a tene, ’a faccia, n’’a tene manco sicché, accussì che ciascheduno puote ravvisarvi le propie facitezze, comme chelli sagome c’’a capa mozza che uno ce mette chella che tene ’ncoppa ’o cuollo e pare che ce cauza a penniello, pecché è propeto accussì che facette ’o Pateterno quanno ce facette comme ’ a Isso, a ’mmaggina e sumiglianza ’e Isso».
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Di contrada in contrada, si sente dire che la poesia contemporanea è in crisi: di linguaggio, di forme, di pubblico. (e)spunti è una collana che desidera mettere a tacere tali voci, dando voce al valore estatico e irriducibile della poesia recuperando le frattaglie, il disordine, la crisi poetica che attraversa gli ultimi decenni. (e)spunti intende lasciar parola a poeti emergenti e affermati, che abbiano abbandonato qualcosa nel cassetto e che non l’abbiano ancora espunto, come si fa con una scheggia dal proprio corpo. Sarà la sede in cui gli amici poeti potranno depositare il corpo estraneo, col sollievo che si prova nell’estrarlo, dalla carne, dal cassetto. E il pubblico di lettori, che lo osserverà, lo leggerà e lo incorporerà, avrà l’auspicato e meritorio compito di espungere la (e) e conservare gli spunti.