Estetica della pubblica amministrazione

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Descrizione

Nell’immaginario collettivo, la Pubblica Amministrazione evoca immediatamente l’idea di burocrazia che, etimologicamente, denota il potere degli uffici e, sociologicamente, l’organizzazione, presunta razionale, di quelli pubblici. All’organizzazione burocratica dello Stato vengono addebitate modesta efficienza, scarsa produttività del lavoro, ancor minore efficacia. Ma sono anche questioni politiche. Il ministro della Pubblica Amministrazione e dell’Innovazione l’ha accusata esplicitamente di sprecare molto e di produrre poco valore. Non sono mai mancate critiche ai privilegi dei burocrati e denunce per ricorrenti casi di corruzione. Nell’opinione pubblica è diffuso il giudizio negativo, confermato da qualsiasi ricerca qualiquantitativa, sull’eccessivo potere di una “casta” autoreferenziale e parassitaria, che perpetuerebbe una cultura della distanza, della gerarchia, della norma, della procedura.
Questo libro propone al marketing pubblico aggiornamenti teorici e pratici per la maggior soddisfazione del cittadino e indica agli enti che erogano servizi pubblici un nuovo modello organizzativo e di relazione con il cliente. L’estetica della pubblica amministrazione si presenta come l’estetica settoriale che vuole contribuire ad emancipare il cittadino da una lunga storia, non ancora conclusa, di sudditanza al potere (burocratico). Storia che comincia dall’antica, preziosa competenza dello scriba, ma anche dai suoi privilegi. È questo il punto di partenza di una riflessione che attraversa gli scenari e i problemi della Pubblica Amministrazione italiana, per giungere all’attualità di questioni come il federalismo fiscale e la manovra economica straordinaria del 2010 – che taglia drasticamente le risorse finanziarie a Regioni, Province, Comuni – e, in modo particolare, la legge n. 15 del 4 marzo 2009, più nota come “Riforma Brunetta”.

Indice:

INTRODUZIONE
Ai miei venticinque lettori
1 Aggiornamenti sull’ estetica del terziario
1.1 Forme del valore
1.2 Estetica della vita quotidiana
1.3 I tre pilastri dell’ estetica del terziario
1.4 Tre nuove leve di marketing
1.5 Belle organizzazioni e buoni servizi
1.6 Tra il dire e il fare: la persistenza della cultura del disservizio
1.7 Primum, non nocere
2 A partire dallo scriba
2.1 Il dono della scrittura
2.1.1 Il potere della scrittura
2.2 La competenza dello scriba
2.3 Il privilegio dello scriba
2.4 Amministrare
2.4.1 Amministrare la cosa pubblica
2.5 Cosa fa la Pubblica Amministrazione
2.6 Burocrazia
2.7 Questioni tecnologiche

3 Scenari, attori e problemi della P.A. italiana
3.1 Riforme
3.2 L’ era digitale nella Pubblica Amministrazione
3.3 Attori
3.4 Attori territoriali
3.5 Attori professionali
3.6 Problemi sistemici
3.7 Privilegi
3.8 Dell’ assenteismo e dei nullafacenti
3.9 Corruzione
3.10 Un nuovo impegno europeo

4 Marketing pubblico
4.1 Marketing dei servizi pubblici
4.2 Alla ricerca del cliente
4.3 Mercato
4.4 Segmentazione e posizionamento
4.5 A proposito di marketing mix
4.6 Marketing relazionale
4.7 Web Marketing
4.8 Piani di marketing
4.9 La Pubblica Amministrazione marketing oriented

5 Una riforma rivoluzionaria
5.1 Da Bassanini a Brunetta
5.2 La legge n. 15 del 4 marzo 2009
5.3 Il decreto legislativo n. 150 del 27 ottobre 2009
5.4 Il decreto legislativo n. 198 del 20 dicembre 2009
5.5 Frammenti di un discorso orgoglioso
5.6 Il sito
5.7 E adesso?

6 Dal marketing della P. A. all’ estetica della P.A.
6.1 La Pubblica Amministrazione incontra l’ economia civile
6.2 Addio al marketing
6.3 Il cliente della Pubblica Amministrazione
6.4 Il discorso dell’ Estetica della Pubblica Amministrazione
6.5 Quattro siti istituzionali

7 Per un’ estetica della comunicazione pubblica
7.1 Dall’ agorà alla televisione
7.2 Città intelligenti
7.3 Una bella amministrazione
7.4 A partire dall’ informazione
7.5 A partire dalla Costituzione
7.6 Filologia di una legge
7.7 Remerber Bernstein
7.8 Quale formazione
7.9 Approdare al Piano di Comunicazione
7.10 Un caso estetico esemplare
Come conclusione
BIBLIOGRAFIA

Note sull’autore:
Filiberto Tartaglia insegna marketing all’Università di Ferrara, dove è anche titolare dell’insegnamento di teorie e tecniche della comunicazione pubblica. È autore di Elementi di retorica manageriale (Milano, 1994), Essere glocali (Padova, 2003), Estetica del terziario (Milano, 2006), E osano chiamarci clienti (Milano, 2008), Estetica sanitaria (Padova, 2009).