Descrizione
Quali sono le radici filosofiche dell’età postmoderna? Che cosa significa “crisi”?
Quali categorie e figure ne sono l’espressione più significativa? Quali possibilità dischiude il cambiamento d’epoca che si verifica fra la fine dell’Ottocento e i primi trent’anni del Novecento? Sono alcuni degli interrogativi ai quali si cerca di dare risposta in questo libro. Il suo centro è la crisi tardo-moderna, declinata negli antecedenti della prima modernità e nelle categorie filosofiche elaborate lungo le linee Schopenhauer-Nietzsche-Freud e Heidegger-Jaspers. Kierkegaard, Bergson e Husserl, con incursioni nella letteratura e nella scienza, le completano; mentre il Wittgenstein del Tractatus ne costituisce una sintesi problematica. Si tratta di contenuti che, da un lato, rispondono a un’esigenza didattica; dall’altro, intendono sollecitare la riflessione su questioni che toccano l’esistenza, a cominciare dalla domanda fondamentale: perché l’essere piuttosto che il nulla?
Introduzione
1. Da nani a giganti. Figure e categorie della prima modernità
2. Essere senza dimora. Figure e categorie della crisi tardo-moderna
3. L’apparenza delle cose e l’essenza del mondo.
I limiti della rappresentazione e il pensiero tragico
4. L’assalto alla fortezza della coscienza. Dissoluzione dell’unità e paradigma ricostruttivo
5. Esistenza e trascendenza nell’orizzonte del nulla
Epilogo