Descrizione
La ristampa anastatica di questo manuale sulla complessa storia linguistica del Quattrocento, uscito nel 1992, sembra particolarmente utile alla luce dei mutamenti intervenuti nella didattica universitaria in questi vent’anni.
La riforma universitaria del “3 più 2” entrata in vigore nel 2000, infatti, ha avuto tra i suoi effetti la diffusione di una manualistica di base molto lontana dall’idea che gli studenti di Lettere dovessero appropriarsi di un rapporto diretto, anche tecnico, con i testi di studio. Può dunque essere stimolante rendere di nuovo disponibile uno strumento pensato per addestrare gli studenti a “mettere le mani” nei testi e a ricavare dalla lingua in cui essi sono scritti tante informazioni sulla storia, sulle figure sociali, sulle personalità letterarie che in quei testi si sono espresse. Le due sezioni del libro, racconto delle vicende storico-linguistiche e antologia di testi, più una fabbrile appendice di esercizi, incoraggiano gli studenti a sviluppare interessi e competenze sul secolo in cui il policentrismo medievale sta per cedere all’unificazione linguistico-letteraria promossa dalla stampa.
Indice:
Parte prima: Il volgare nel Quattrocento. Ambienti e varietà
I. Le scritture dei mercanti
II. La lingua della medicina
III. La lingua della predicazione
IV. Scritture religiose
V. La lingua delle cancellerie
VI. Gli umanisti e il volgare
VII. La poesia lirica
VIII. La poesia narrativa
IX. La bucolica
X. Letteratura dialettale riflessa
XI. Il macaronico
XII. Il ‘polifilesco’
Parte seconda: Antologia di testi
Applicazioni ed esercizi
Bibliografia e riferimenti
Indice analitico
Indice dei nomi
Nota sull’Autore
Mirko Tavoni insegna Storia della lingua italiana all’Università di Pisa. Un suo interesse di ricerca primario è per la storia delle idee linguistiche del Rinascimento, anche in ottica comparativa europea (vedi gli atti del convegno internazionale Italia ed Europa nella Linguistica del Rinascimento, Modena, Panini 1996). Un altro interesse primario è per le teorie linguistiche e la lingua di Dante (vedi l’edizione tradotta e commentata del De vulgari eloquentia in Opere, I, Milano, Mondadori 2011).